I giorni di LaMarcus Aldridge ai San Antonio Spurs sono finiti.
A renderlo noto è lo stesso head coach della squadra, Gregg Popovich, che questa notte nella Zoom Call pre-game (Mavs-Spurs) cui abbiamo partecipato ha fatto sapere che Aldridge e l’organizzazione “hanno deciso di comune accordo di separarsi e cercare altrove un’opportunità per il giocatore”.
“È un ottimo compagno di squadra e non abbiamo nessun problema con lui. Siamo sicuri, però, che questa sia una scelta win-win, sia per il giocatore che per gli Spurs.Quando si presenterà un’opportunità, verrà valutata dal front office e dal suo agente, per prendere la decisione migliore. Vogliamo trovare una soluzione che vada bene per entrambe le parti, se lo merita”.
LaMarcus Aldridge, 35 anni, è stato fermo dal 2 al 25 febbraio per problemi fisici e ha già saltato 11 partite nel 2021. Settimana scorsa è uscito dalla panchina contro i Nets ed è stato in campo appena 15 minuti, prima di saltare le successive due gare contro Knicks e Thunder per “disturbi allo stomaco”.
Nel 2020/21 l’ex Blazer sta facendo registrare i propri minimi in carriera (rookie season esclusa) per minuti a partita (25.9), punti (13.7) e rimbalzi (4.5), con la percentuale dal campo (46.4%) più bassa da quando gioca in nero-argento. E soprattutto ha rappresentato un grande, enorme limite per la difesa di Gregg Popovich.
Lo testimoniano chiaramente i dati degli Spurs con e senza LaMarcus in questa stagione:
ON COURT (544 minuti): -5.6 Net Rtg (108.6 Off Rtg, 114.2 Def Rtg), 56.5% Opp. eFG
OFF COURT (1.002 minuti): +3.1 Net Rtg (109.1 Off Rtg, 106.0 Def Rtg), 52.2% Opp. eFG
Con Aldridge sul parquet, San Antonio ha avuto un rendimento nella propria metà campo da 27esima difesa NBA. Senza di lui, invece, sarebbe… prima (i Lakers guidano la lega con 106.1 punti subiti su 100 possessi).
Arrivati all’All-Star Break con 18 vittorie e 14 sconfitte, gli Spurs stanno costruendo con un nuovo young core – e un incredibile DeMar DeRozan – una stagione da Playoffs. E stanno gettando, prima di ogni altra cosa, le fondamenta per il proprio futuro. Non è difficile capire perché LaMarcus, in questo contesto, non abbia più ragione di esistere. Soprattutto con un contratto ($8.5M di qui a fine anno) in scadenza il prossimo luglio.
FOTO: NBA.com
Secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski, il front office dei texani è convinto di riuscire a trovare una soluzione via trade, magari già nella prossima settimana. L’alternativa sarebbe un buyout, che estenderebbe notevolmente, visto il suo attuale contratto, l’elenco delle interessate.
Chi potrebbe scambiare per Aldridge?
Le squadre con spazio salariale – Hornets e Knicks – e quelle con trade exceptions – Celtics e Thunder – non hanno, a parere di chi scrive, motivo di interessarsi. Forse solo Charlotte tra queste è una destinazione possibile.
Nei rumors salterà fuori sicuramente Miami, che potrebbe inserire Kelly Olynyk, anche lui in scadenza. Sempre che per Pat Riley e soci questo sia un upgrade, e sempre che vogliano costruire un pacchetto di questo tipo (che dovrebbe coinvolgere Iguodala) per il noleggio di Aldridge per qualche mese.
Se prima della trade deadline ci sarà una trade “grossa”, a più squadre, LaMarcus potrebbe farne parte. Difficile immaginarne le possibili franchigia coinvolte – qui, però, qualche idea potrebbe venirvi. Altrimenti, si potrebbe ipotizzare uno “swap”, o qualcosa di simile, con altri due contrattoni in scadenza e sul mercato come Otto Porter Jr (Bulls) e Andre Drummond (Cavaliers).
In caso di buyout, invece, via al solito loop: Nets (altro lungo, altro All-Star e altra non-risposta difensiva), opzione da non escludere neanche dopo l’arrivo di Griffin; e Lakers, che poterebbero cercare un nuovo giocatore per il proprio frontcourt in ottica Playoffs. Seguono a ruota tutte le altre contender.
Prima di tutto gli Spurs proveranno a scambiarlo. Poi, eventualmente, si vedrà.
L’unica certezza è che quello 0/3 in 15 minuti di martedì scorso sia stata l’ultima partita di LaMarcus in nero-argento, dopo più di cinque anni all’AT&T Center.