Dopo aver smaltito le pressioni da first pick del Draft, il lungo dei Phoenix Suns ha messo in mostra importanti miglioramenti. E ora, cosa ci possiamo aspettare da DA?


FOTO: NBA.com

Dopo anni non particolarmente felici, il sole è tornato a splendere in Arizona.

I Phoenix Suns giocano un basket meraviglioso e anche chi aveva sofferto in passato sembra aver trovato il suo posto nel mondo. Se il primo nome a cui avete pensato è quello di DeAndre Ayton, beh, avete indovinato.


La pressione della prima scelta assoluta a un Draft che comprendeva Luka Doncic e Trae Young e la sospensione per 25 partite a causa dell’assunzione di un diuretico hanno messo i bastoni tra le ruote ad un ragazzo di 2.11 metri con delle mani tremendamente educate che sa giocare più che bene al gioco del basket.

Il contesto estremamente migliorato di Phoenix ha avuto un impatto evidente sul giocatore, ma il lavoro del coaching staff è tangibile. L’evoluzione di Ayton all’interno di questa Regular Season è sotto gli occhi di tutti e non serve scavare troppo in profondità per rendersene conto: basta guardare il modo in cui è cambiato il suo gioco negli ultimi due mesi.

La seconda casa di DA

Gran parte del merito della crescita di Ayton va cercato in casa Suns. L’organigramma della franchigia di Phoenix sembra essere riuscito a creare un clima idilliaco in cui ciascuno cerca di migliorare i suoi compagni. Nell’intervista rilasciata dal big man a The Undefeated, che Luca Rusnighi ha tradotto per Around The Game, si percepisce proprio il clima mite e pacifico. Quando parla di coach Monty Williams, Ayton si riferisce a lui come un ‘secondo padre’, Devin Booker è ‘un fratello’ e Chris Paul dall’alto della sua infinita esperienza è lì a motivare ogni sera i compagni.

L’alchimia e l’intesa del gruppo sono alle basi dei successi di squadra e questi ragazzi si sono stretti ancora di più dopo l’esperienza ad Orlando. Le otto vittorie in otto partite nella bubble hanno rimesso Phoenix sulla cartina geografica della NBA. E nonostante i Playoffs siano rimasti solo un sogno, giocatori come Booker e lo stesso Ayton sono riusciti a mettersi in mostra ed elevare il livello del loro gioco. Poi è arrivato Chris Paul, uno dei migliori facilitatori della Lega, e le cose non potevano che migliorare, come si vede anche nella clip sottostante:

La crescita difensiva di Ayton

Come scritto sopra, anche all’interno di questa Regular Season i miglioramenti di DA sono più che palesi.

L’aspetto più evidente riguarda la difesa. Fino ad un certo punto della stagione – 24 febbraio, vs Charlotte – il lungo dei Suns difendeva quasi solamente in drop coverage, spesso con risultati quantomeno discutibili. La partita contro gli Hornets è proprio l’emblema di queste difficoltà. La facilità con cui Rozier, Monk e LaMelo Ball banchettano sul suo drop è lampante, e la seconda delle quattro azioni presenti nella clip sottostante sottolinea ancora di più queste difficoltà:

A distanza di quasi due mesi, sono tante le cose ad essere cambiate. Naturalmente non si diventa uno dei migliori giocatori sugli switch nella Lega in 45 giorni, però i progressi mostrati da Ayton sono molto incoraggianti, soprattutto quando va a cambiare contro i 3 e i 4 avversari. Soffre molto contro i giocatori parecchio più bassi di lui e più agili: in queste occasioni, infatti, tende spesso a saltare appena muovono le mani per evitare che possano tirargli in faccia, e spesso finisce per andare a vuoto e concedere una penetrazione tutto sommato semplice.

Nel corso di questa Regular Season, inoltre, Ayton ha mostrato ottimi segnali in aiuto difensivo e come rapidità perimetrale. Quando gli avversari attaccano dalla linea di fondo, DA riesce sempre a posizionarsi correttamente andando a intrappolare il penetratore. Nonostante i 211cm di altezza, muove molto velocemente i piedi e questo gli permette di restare nei pressi del diretto avversario anche se si muove lungo l’arco. Il resto lo fanno i 237cm di wingspan, che gli permettono di arrivare pressoché ovunque.

Un altro aspetto in cui si notano i progressi sono i closeout: se prima si lanciava alla cieca, adesso ha capito bene come posizionarsi per occupare al meglio la linea di penetrazione. Nella clip sottostante ci sono alcuni esempi dei miglioramenti fatti dal lungo di Phoenix:

I progressi offensivi

Se Atene piange, Sparta non ride. Così come la difesa, Ayton ha migliorato anche il suo gioco offensivo. Naturalmente ci sono ancora diverse lacune, che andremo a trattare nel corso di questo paragrafo, ma gli upgrade fatti vedere fino a questo momento sono convincenti.

Innanzitutto, è importante vedere come sia cambiata la shotchart del lungo dei Suns rispetto allo scorso anno. Come si vede dalla foto qui sotto, rispetto alla precedente Regular Season ha quasi del tutto eliminato le soluzioni dal gomito, favorendo quelle vicino al ferro e in post basso. Neanche a dirlo, ne hanno beneficiato non poco le sue statistiche: è passato dal 54.8% di effective field goal percentage all’62.4%, e la sua true shooting percentage è aumentata di 8 punti percentuali passando dal 56.8% al 64.6%. In media, Ayton prende oltre 4 tiri in meno a partita e tutto ciò è al fine di alleggerire il suo carico offensivo per favorire quello difensivo. I risultati ottenuti fino ad ora fanno ben sperare.


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Un altro aspetto molto importante del gioco di Ayton riguarda la sua capacità di portare blocchi, o meglio, di portare dei non-blocchi. Il lungo dei Suns, infatti, in situazioni di pick&roll rolla spesso prima che l’avversario impatti sul suo blocco (come si vede nella clip qui sotto). In questo modo facilita e non poco la giocata al portatore di palla, che ottiene sempre un paio di secondi di vantaggio. E dato che palla in mano, in queste situazioni, ci sono spesso Booker o Paul, questo vantaggio molto spesso significa due o tre punti agevoli.

Tale anticipo nel roll porta Ayton ad avere un vantaggio sul lungo avversario e questo spesso si converte in un rimbalzo offensivo. La capacità di tagliare fuori di Ayton regala molti possessi bonus ai Suns. In media prende 3.3 rimbalzi d’attacco e ha il 12.0% di Field Goal offensive rebound percentage – ovvero, quale percentuale dei tiri sbagliati dai suoi compagni si trasforma in un suo rimbalzo – che lo colloca nell’84esimo percentile dell’intera Lega. Rispetto alla passata stagione, questi extra-possessi vengono gestiti decisamente meglio da Ayton, che, in molti casi, passa il pallone dietro l’arco.

Non bisogna dimenticare che Ayton è un attaccante di altissimo livello. Risulta estremamente raro trovare un giocatore di 2.11m con delle mani così educate e con un range di tiro abbastanza ampio. Deve certamente lavorare per arrivare ad un tiro da tre quantomeno credibile, però dal midrange non sfigura mai e in post possiede uno skillset variegato, che gli permette di concludere in tanti modi diversi – su tutti, quelli che preferisce sono turnaround e ganci.

Fin dalla high school erano pochi i dubbi sulle sue capacità nello scoring e nel corso di questi anni Ayton ha anche aumentato le sue soluzioni, dando più di qualche grattacapo anche ai centri difensivamente più dominanti. Nella clip sottostante ci sono alcuni highlights che mostrano cosa sia in grado di fare il lungo dei Suns in fase realizzativa.

Questa sua innata capacità di giocare a basket però non ha aiutato il suo completo sviluppo. Infatti Ayton non riesce a sfruttare neanche il 50% di quella che è la sua stazza, e questo è ben visibile nella clip sottostante. Il lungo non fa mai a spallate con il diretto marcatore per prendere posizione sotto canestro – e se contro i centri grandi quanto lui si può tutto sommato capire, è inspiegabile che non lo faccia anche quando ha dei chiari mismatch.

La conseguenza ovvia di tutto ciò è un limitatissimo numero di tiri liberi: Ayton tira 2.6 tiri liberi a partita e li converte con il 75%. Uno con quella stazza e quelle mani, dovrebbe tirarne almeno 6.

Questo è, ovviamente, uno dei passi avanti che Ayton dovrà fare se vorrà veramente diventare grande. Le aspettative e le pressioni dell’essere la prima scelta assoluta in un Draft che ha consegnato alla NBA giocatori come Luka Doncic e Trae Young sembra averle assorbite al meglio.

Ayton in questa Regular Season ha dimostrato dei miglioramenti notevoli, ma ora arriva la prova del nove, i Playoffs, dove il ragazzo dovrà dimostrare dove realmente potrà arrivare.

Si ringrazia Andrea Bandiziol per il preziosissimo aiuto nella ricerca delle clip e nell’evidenziare pregi e difetti del giocatore.