Una delle migliori stagioni dei Knicks? Sicuramente quella del 1988/89, la Bomb Squad, i three-point-happy ‘Bockers guidati da Rick Pitino.


FOTO: The Knicks Wall

Questo articolo, scritto da Michael Corvo per The Knicks Wall e tradotto in italiano da Andrea Campagnoli per Around the Game, è stato pubblicato in data 8 maggio 2020.


Nel 1988/89, lo stile di gioco imposto da Rick Pitino, basato sul run-and-gun e sul tiro da tre punti, ha galvanizzato il giovane roster dei Knicks e ha fatto vivere ai tifosi di New York una delle stagioni più divertenti della storia della franchigia della Big Apple. Almeno fino a che la squadra non si è imbattuta in Michael Jordan.


IL PUNTO DI PARTENZA

Durante la stagione 1987/88 il giovane roster dei New York Knicks era riuscito ad arrivare ai Playoffs. Era la prima annata da head coach di Rick Pitino e la prima esperienza da GM di Al Bianchi. Le mosse compiute da quest’ultimo hanno permesso la costruzione di un roster bilanciato e versatile, che si è sposato perfettamente con l’idea di basket di Pitino.

Nei giorni del Draft del 1988, Bianchi riuscì ad aggiungere alla squadra due giocatori chiave come Charles Oakley, proveniente dai Chicago Bulls (in cambio di Bill Cartwright), e Rod Strickland, selezionato con la scelta numero 19.

SEASON TIMELINE

Pitino aveva deciso di alzare l’asticella per la stagione 1988/89, di conseguenza aveva provato anche a cambiare lo stile di gioco dei suoi Knicks, introducendo un pressing a tutto campo e un numero di tiri da tre mai visto prima. Una strategia del genere poteva funzionare solo con un roster giovane (il giocatore più anziano in squadra, il giorno della prima partita stagionale, aveva 28 anni – Trent Tucker, almeno prima della trade con Kiki VanDeWeghe) e con un gruppo di giocatori sul perimetro atletici. Pitino aveva dato a tutti un ordine ben preciso, quello di tirare.

Avevo capito che le cose erano da pazzi quando Coach Pitino venne da me il primo giorno e mi disse: tu sarai un tiratore da tre punti.”(Rod Strickland)

“Avevo due clausole nel mio contratto. Una era legata al numero di vittorie e una era legata al numero di spettatori. Dovevo riempire il Garden. E il modo migliore per poterlo fare era far giocare la mia squadra in un modo diverso dal solito, un modo che facesse divertire e che ci portasse al successo. E il tiro da tre punti si è rivelato molto utile in questo.”(Rick pitino)

Il gruppo composto da Mark Jackson, Rod Strickland, Trent Tucker, Gerald Wilkins e Johnny Newman, anche grazie a un poster iconico, verrà sempre ricordato come “Bomb Squad”.

I “Bombinos” hanno scagliato verso i canestri avversari 1.147 triple durante la stagione 1988/89, circa 400 in più rispetto alla seconda squadra che ne aveva provate di più. Ne hanno segnate 386, distruggendo il record precedente per triple segnate in una stagione (271). Prendevano una media di 14 tiri dall’arco a partita, segnandone 4.7. Nessuno nella Lega faceva meglio di loro. E viaggiavano a 116.8 punti a gara, rimanendo altamente efficienti. Finirono la stagione quarti per True Shooting Percentage e terzi per Effective Field Goal Percentage (eFG%).

“Rick un giorno mi ha detto: non ti toglierò mai dal campo per le tue percentuali. Ma se non ti prendi il prossimo tiro che Mark Jackson ti metterà in mano… sappi che ti siederai di fianco a me” – ha dichiarato Tucker, il quale ha realizzato la bellezza di 118 triple durante quella stagione.

L’abilità di andare in contropiede da parte di Mark Jackson era sostenuta dall’incredibile visione di gioco di Oakley. Avere due ottime point guard che condividevano il campo era una delle caratteristiche più incredibili di quella squadra. E se le cose non fossero andate come previsto, c’era sempre la soluzione Patrick Ewing da poter utilizzare.

“Obbligavamo gli avversari a giocare con la small unit, per poi fare degli aggiustamenti e fare in modo che Pat potesse fare seriamente del male.”(Mark Jackson)

In qualche modo, poi, quei Knciks riuscivano anche a pressare a tutto campo. “Effettivamente eravamo tutti in ottima forma fisica”, ha detto Tucker. Malgrado l’incredibile dispendio di energie, infatti, la squadra è rimasta sorprendentemente in salute per tutta la stagione. Otto giocatori hanno disputato almeno 79 partite, e dieci almeno 70. Oltre che in forma, era un team giovane, versatile e coeso. “Quella squadra era veramente speciale. Eravamo davvero amici. Uscivamo e ci divertivamo tutti insieme”, ha ricordato Strickland.

Alcune squadre non pensavano che avremmo giocato realmente ogni partita come eravamo soliti fare. C’era questa sensazione diffusa, che avremmo giocato in modo più… convenzionale. Ma era esattamente il contrario, perché credevamo veramente tanto in noi stessi. Eravamo un animale davvero pericoloso.” (Mark Jackson)

La Bomb Squad aveva anche la capacità di creare caos negli avversari. Oltre ad essere secondi per numero di palle perse nell’intera NBA, erano anche secondi per palle recuperate. Quel team era riuscito davvero a incendiare le partite e soprattutto i propri tifosi. “Ci hanno adottati. Il nostro era un entusiasmo contagioso. E non si sentiva solo sugli spalti, ma anche sul parquet.” I Knicks chiusero quella stagione con un record di 35-6 tra le mura del Garden…

Anche in trasferta, comunque, l’entusiasmo per New York era palpabile. Ad esempio, è bello ricordare una partita di gennaio con i Portland Trail Blazers, vinta dalla franchigia della Grande Mela per 118-116. Una partita pazza, fuori da ogni logica, che fece letteralmente impazzire i tifosi di casa per quanto divertente e inusuale. Tra le altre cose, Clyde Drexler chiuse quella partita con 48 punti a referto.

Tutti i giocatori della squadra, statisticamente parlando, hanno beneficiato dell’altissimo numero di tiri che venivano presi a partita (92.8 tentativi per 48 minuti di gioco). Oakley stabilì il suo career-high di rimbalzi per 36 minuti (13.6) e anche Newman raggiunse il suo career-high per punti segnati in 36 minuti (19.9). Strickland fu selezionato per l’All-Rookie Second Team. Tucker mandò a bersaglio 118 triple, ovviamente suo career-best. Jackson invece, oltre a viaggiare a una media di 16.9 punti a partita e a raggiungere il più alto Usage Rate della sua carriera (21.3%), riuscì anche a prendere parte al suo unico All-Star Game.

Ewing invece, grazie ai costanti mismatch e a uno spacing sempre più ampio, chiuse la stagione con 22.7 punti, 9.3 rimbalzi e 3.5 stoppate a partita. Tutto ciò tirando con il 56.7% dal campo.

Altro fatto singolare che accadde fu la vittoria di Kenny “Sky” Walker dello Slam Dunk Contest. Walker non era un grande tiratore, quindi il suo impatto sulla Bomb Squad non fu poi cosi devastante. Ma durante quella sera a Dallas, fu in grado di incantare l’intera NBA…

Alla fine della stagione regolare, Pitino era riuscito a soddisfare le clausole nel suo contratto. I Knicks, con un record di 52-30, chiusero secondi nella Eastern Conference e fecero registrare la loro miglior stagione in termini di pubblico dal 1975. Un successo, insomma.

PLAYOFFS

Durante il primo round, i Bombers spazzarono via i Philadelphia 76ers di Charles Barkley.

Malgrado la serie sia finita 3-0, va comunque ricordato come i Knicks ebbero la meglio su Philly solo per un totale, sommando le tre gare, di 8 punti. Gerald Wilkins chiuse la serie con un jumper all’ultimo secondo, che può essere considerato come uno dei tiri più sottovalutati della storia della franchigia.

Nelle Semifinali di Conference, i Knicks fecero sudare, e non poco, i Chicago Bulls lungo le sei partite della serie.

New York gettò alle ortiche Gara 1 al Garden. Avevano il controllo sulla partita e 10 punti di vantaggio con 8 minuti ancora da disputare, tuttavia non riuscirono a chiudere i giochi, permettendo a Michael Jordan di salire in cattedra, pareggiare i conti e poi prendere possesso dell’overtime. MJ era particolarmente eccitato dall’intensità dei Knicks e dal loro pressing a tutto campo; trasformava continuamente l’azione da difensiva a offensiva, muovendosi come un “Westbrook più disciplinato”. Al Bianchi arrivò a dubitare dello stile imposto da Pitino per i Playoffs, ma non era colpa del coach: Jordan era semplicemente di un altro pianeta.

Dopo una Gara 2 in cui NY riuscì a limitare His Airness, che segnò solo 15 punti, Jordan rispose con 40 punti in Gara 3, 47 in Gara 4, 38 in Gara 5 (che i Knicks riuscirono comunque a vincere) e altri 40 in Gara 6. MJ chiuse così la serie con medie impressionanti: 35.7 punti, 9.5 rimbalzi, 8.3 assists, 2.5 palle rubate e 1.3 stoppate a gara…

I Knicks riuscirono quasi a portare Chicago a Gara 7 al Garden, ma l’arma tanto utilizzata in stagione da Ewing e compagni li tradì proprio nel momento del bisogno.

Con 7 secondi sul cronometro e i Knicks sotto di 4, Tucker riuscì a portare a casa uno dei giochi da 4 punti più famosi della storia della squadra. Dopo che due liberi di Michael Jordan riportarono avanti Chicago, 113-11, l’era della Bomb Squad si infranse con un errore al tiro di Newman, che non convertì una tripla con spazio. Fine della corsa.

LE CONSEGUENZE

Mark Jackson definì la Bomb Squad “la più divertente in cui abbia mai giocato”.

Sfortunatamente, però, quei tempi felici finirono presto. Pochi giorni dopo Gara 6, Pitino decise di accettare un’offerta dall’Università del Kentucky. “Sono un allenatore da college, il mio cuore appartiene a quel mondo”, disse.

Ha lasciato perché non è riuscito a resistere alla tentazione di accettare uno degli incarichi da coach più prestigiosi del Paese? Ha lasciato perché voleva più soldi? O perché non si trovava più bene a lavorare con Al Bianchi? Non lo sappiamo. In qualsiasi caso, i Knicks che pressavano a tutto campo e bombardavano i canestri avversari con licenza di uccidere da parte del proprio coach fanno parte della storia, ora...”(George Vecsey, New York Times)

Nella stagione dopo, i Knicks affidarono la guida tecnica a Stu Jackson, confermarono 8 giocatori, vinsero 45 partite in Regular Season e arrivarono alle Semifinali di Conference, tuttavia senza essere più ricordati come la “Bomb Squad”: Strickland era stato scambiato a metà stagione e la squadra finì sesta nella Lega per triple realizzate (2.9) e quinti per triple tentate a partita (8.7).

I Knicks del 1988/89 riuscirono a risollevare le sorti della franchigia e posero le basi per la squadra che fece molto bene negli Anni ’90. Ma, ancor più importante, Pitino è certo che la sua “Bomb Squad” abbia avuto un notevole impatto sull’evoluzione del gioco.

Improvvisamente, dopo il nostro avvento, sempre più ragazzini hanno iniziato a tirare da fuori piuttosto che provare ad andare a canestro. Dentro a ogni giocatore, da quel momento, c’è un tiratore o un qualcuno che pensa che possa diventarlo...”