Tra i 25 migliori allenatori della storia dell’NBA, solo tre sono afroamericani.
Questo articolo, scritto da Marc J. Spears per The Undefeated e tradotto in italiano da Marco Richiedei per Around the Game, è stato pubblicato in data 8 gennaio 2021.
Sabato 26 dicembre scorso Doc Rivers è entrato a far parte di una ristretta élite, raggiungendo il decimo posto tra gli allenatori più vincenti nella storia dell’NBA. Ma l’head coach dei Philadelphia 76ers fa parte anche di un gruppo di allenatori molto più ristretto e che non aggiungerà nuovi membri a breve.
Dei 25 migliori allenatori dell’NBA, infatti, solo tre sono afroamericani. Oltre a Rivers, gli altri due sono Lenny Wilkens e Nate McMillan.
“Abbiamo avuto le giuste opportunità e ne abbiamo approfittato. Tutti e tre abbiamo dimostrato ciò che già si sapeva, ovvero che molti altri allenatori di colore avrebbero potuto raggiungere i traguardi che abbiamo raggiunto noi. Uno dei maggiori problemi della lega è stata, per molto tempo, la mancanza di fiducia verso gli allenatori afroamericani.Eppure, rispetto a noi, molti ragazzi neri là fuori hanno poche, pochissime possibilità e faticano a trovare lavoro. Le emozioni che provo sono quindi contrastanti: da un lato sono orgoglioso del fatto che siamo in tre su 25, dall’altro penso che tutti dovrebbero avere le stesse opportunità.” (Doc Rivers)
Lenny Wilkens,
83 anni, è secondo in assoluto per vittorie tra gli head coach dell’NBA con 1.332 in 2.487 partite dal 1969 al 2005. Rivers, che ha iniziato ad allenare nel 1999, ha superato Bill Fitch al decimo posto con 945 vittorie in 1.626 partite. Nate McMillan, ora assistente allenatore degli Atlanta Hawks, è al 22esimo posto con 661 vittorie in 1.249 gare dal 2000 al 2020.
Più in basso nella lista ci sono l’ex head coach dei Warriors, Al Attles, che è 28esimo con 557 vittorie, e l’attuale assistant coach dei Sacramento Kings, Alvin Gentry, che è al 33esimo posto con 510 vittorie. L’allenatore afroamericano più vicino alla top 25 ancora in attività (in qualità di head coach e non di assistant coach) è Dwane Casey dei Detroit Pistons, al 42esimo posto con 434 vittorie.
Attualmente ci sono solo sette allenatori afroamericani in NBA. Oltre a Rivers e Casey, troviamo Tyronn Lue dei Clippers, Monty Williams dei Suns, J,B. Bickerstaff dei Cavs, Stephen Silas dei Rockets e Lloyd Pierce degli Hawks.
“Non mi interessa se si tratta di basket, politica o altro. Penso che noi afroamericani dobbiamo essere preparati, determinati e competenti. Dobbiamo perseverare e mai dare per scontate le opportunità che ci troviamo di fronte.”(Lenny Wilkens)
Wilkens, ex All-Star, ha allenato sei diverse franchigie NBA. Nominato allenatore dell’anno nel 1994 con gli Hawks, fu anche assistente allenatore del celebre “Dream Team” vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. Venne poi promosso a head coach della Nazionale vincitrice della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atlanta del 1996.
FOTO: Phil Meyers / AP Photo
Wilkens, inserito nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame sia come allenatore che come giocatore, è molto orgoglioso della sua carriera da coach. Iniziò come giocatore-allenatore dei Sonics nel 1969 (dieci anni dopo li portò al titolo) e riuscì a superare tutte le sfide e i problemi che la società e l’NBA presentavano ad un afroamericano:
“Quando ho iniziato, prima di tutto, i giocatori-allenatori o i giocatori che alla fine diventavano allenatori non erano molto apprezzati, per qualche motivo. Così come non lo erano affatto i giocatori neri.Ricordo che una volta mi venne chiesto perché si vedessero pochi atleti neri diventare allenatori. Io dissi: Perché non abbiamo l’opportunità di rilasciare interviste! La cosa all’inizio non venne presa molto bene, ma a un certo punto abbiamo iniziato a ottenere più interviste, a essere coinvolti più spesso. E c’erano molti potenziali futuri allenatori neri in quel momento nel campionato.”
Il 6 gennaio 1995, Wilkens divenne l’head coach più vincente nella storia dell’NBA, segnando la sua 939esima vittoria da allenatore e quindi superando le 938 della leggenda dei Boston Celtics, Red Auerbach.
Auerbach si congratulò con Wilkens dopo la storica vittoria degli Hawks per 112-90 contro i Washington Bullets all’Omni Coliseum di Atlanta.
“È stata una grande festa. I giocatori sapevano cosa significava. Uno di loro, Ken Norman, mi afferrò, mi prese e mi portò in giro per l’arena. E i tifosi si scatenarono. Ne erano felici. E anche Red Auerbach ne era felice. Mi chiamò e mi disse che era molto felice che fossi io a raggiungere quel traguardo.Quello che vorrei che la gente ricordasse è che in ogni posto in cui sono andato ho fatto la differenza, perché quelle squadre erano competitive, sapevano come vincere. E ogni volta che entravano in campo, dimostravano il loro valore.Sì, ho avuto successo: dove sono andato, abbiamo vinto.”
Rivers sostiene che Wilkens meriti molto più rispetto per quello che ha realizzato, non solo come allenatore afroamericano, ma anche per essere rimasto per ben 15 anni in testa a questa classifica. Doc ha raccontato a The Undefeated di essere davvero contrariato per il fatto che Wilkens non venga quasi mai menzionato nelle discussioni sui migliori allenatori della storia dell’NBA:
“È davvero incredibile che anche nei suoi ultimi giorni da allenatore degli Hawks venne ricoperto da critiche. E quando senti i media o chiunque altro parlare dei migliori allenatori di sempre, il nome di Lenny Wilkens non viene fuori.Un allenatore ha un solo compito da svolgere: vincere (non perdere). Guardiamo i record di Lenny. Allena Seattle, e Seattle vince un titolo. Va a Cleveland, e dopo anni di difficoltà Cleveland vince subito. Va ad Atlanta, e Atlanta inizia a vincere…Lenny non era solo un grande motivatore, come si sente dire. No, Lenny era un grande allenatore. Ha fatto grandi cose. Eppure, nessuno le dice mai. ‘Grande tattico, grande questo, grande quello…’ – mi dà davvero fastidio.”
Nel 2010, Wilkens venne superato da Don Nelson, allora allenatore dei Warriors, nella classifica degli allenatori più vincenti di tutti i tempi. Nelson si ritirò al termine della stagione 2010/11 con un record complessivo di 1.335 vittorie, tre in più rispetto a Wilkens. Più volte Wilkens ha scherzato sul fatto che lo spirito competitivo che c’è in lui gli ha fatto prendere in considerazione la possibilità di allenare di nuovo per riconquistar il record: “Siamo stati entrambi intervistati per la Hall of Fame qualche anno fa. Gli ho detto che sarei tornato, in modo da poterlo sorpassare.”
Rivers è senza dubbio in corsa per una nomina nella Hall of Fame come allenatore e, potenzialmente, per arrivare al primo posto della classifica degli allenatori più vincenti della storia. A 59 anni, ha vinto un premio di Coach of the Year nel 2000, ha allenato i Celtics nell’anno dell’ultimo titolo (2008) ed è diventato l’allenatore più vincente nella storia dei Clippers, con 356 vittorie in sette stagioni.
Dopo che i Clips lo hanno sollevato dall’incarico il 28 settembre scorso, i 76ers lo hanno assunto pochi giorni dopo come successore d Brett Brown nella stagione 2020/21.
“Doc è rispettato non solo perché sa come vincere le partite, ma anche perché ha vinto un titolo. E questa è la cosa più importante per noi allenatori afroamericani: vincere titoli per metterci al pari degli altri. Solo così la gente ci vedrà come dei buoni allenatori.”(Nate McMillan)
FOTO: Kim Klement-Pool
Raggiunta la top 10 per vittorie ottenute da head coach, dunque, Doc Rivers si è posto l’obiettivo di diventare il leader all-time di questa classifica?
“Non ci ho mai pensato, onestamente. Ma credo che Pop e io abbiamo una possibilità.Fino ad ora ho allenato tre squadre, ma ho allenato per 21 anni di fila. Anche se sono stato licenziato, non mi sono preso una pausa e all’inizio di questa stagione avevo già un nuovo incarico.Non ho fatto una pausa perché non la voglio. Amo quello che sto facendo, ho una passione incredibile. Quando alleni impari davvero molte cose, dai ai tuoi giocatori tutto quello che hai, al cento per cento. Gli dai il tuo cuore, anche se a volte viene spezzato. Gli dai tutto quello che puoi, e lo fai per il giusto motivo: renderli migliori. E in tutto questo, rimane l’obiettivo più importante: vincere.”
McMillan è stato licenziato dai Pacers la scorsa stagione, dopo che la squadra ha subìto uno sweep al primo turno dei Playoffs. In quattro anni a Indianapolis, l’allenatore ha ottenuto un record di 183-136, disputando la post-season in ogni stagione.
Nonostante l’improvviso licenziamento, McMillan si è detto orgoglioso dei suoi risultati da allenatore (percentuale di vittorie del 53% su 16 stagioni totali):
“È una fortuna, considerando che sono entrato nella lega come second-round pick. Nonostante ciò, sono riuscito a farmi strada in NBA per 12 anni da giocatore e poi a fare carriera come allenatore. Non avrei mai immaginato niente di tutto questo. Ma il duro lavoro è stato infine ripagato. Posso dirmi orgoglioso di aver allenato più di 1’000 partite e di averne vinte più della metà: sono assolutamente orgoglioso.”
McMillan ha affermato di aver accettato il lavoro di assistente degli Hawks, quest’anno, per “fare un passo indietro e guardare questo lavoro da un’altra prospettiva”.
“Quello che amo di Nate è la sua semplicità: vuole fare il suo lavoro al meglio e poi tornare a casa. È un uomo di famiglia. Non si mette in mostra di fronte ai media o ai General Manager. E io sono d’accordo con Nate: fai il tuo lavoro e il tuo lavoro parlerà da solo”.(Doc Rivers)
Per Wilkens, Rivers e McMillan, essere gli unici afroamericani tra i 25 allenatori più vincenti nella storia dell’NBA ha un retrogusto agrodolce. Nonostante questo, tutti e tre hanno speso parole di incoraggiamento per gli head coach neri che sognano di unirsi a loro, un giorno:
“Siate coerenti in quello che fate. Siate sempre preparati e sicuri, tutto deve essere preparato a un livello tale che quando parlate con i vostri giocatori e gli spiegate il game-plan, loro sappiano esattamente cosa aspettarsi e cosa devono fare.”(Lenny Wilkens)
“Bisogna essere sempre leali, ovunque lavoriate. Io ho sempre adottato un approccio secondo cui l’organizzazione per cui lavoro è ciò a cui devo tutta la mia attenzione. Non guardo al passato e non penso al mio prossimo lavoro. Alcuni cercano di tenere un piede dentro e uno fuori. Ma se vi impegnate al massimo per un’organizzazione, tutto andrà per il meglio.” (Nate McMillan)
“Siamo criticati, secondo me, più di altri. Ma non opponetevi. Continuate a fare il vostro lavoro. Se fate bene il vostro lavoro e ci mettete la giusta passione, le cose andranno bene. E difendete sempre i vostri principi, che siano popolari o meno.” (Doc Rivers)