Si va ad Atlanta sull’1-1, ma i Milwaukee Bucks hanno motivo di essere ottimisti.

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Le prime due gare delle Eastern Conference Finals 2021 sono ormai passato. Il risultato è ancora in parità: sulla carta, un vantaggio per gli Hawks, che sono già riusciti a strappare una vittoria su un campo imbattuto nei Playoffs fino al loro arrivo.
In realtà, la vittoria di Gara 1, viziata da tanti fattori tra cui i 48 punti di Trae Young e il 22% dall’arco per i Bucks, può avere rappresentato solo un velo di maya per la squadra di coach McMillan, dato che ad attenderli c’era un vero e proprio massacro in Gara 2, con ben 34 punti di scarto a fine partita in favore dei Bucks.
Questi ultimi partono per le due gare in trasferta sapendo di non poter sbagliare, ma con la consapevolezza di essere favoriti. Consapevolezza portata da certezze e fattori chiave che li hanno visti dominare finora, specialmente in Gara 2. Vediamo quali.
1. Gli aggiustamenti difensivi funzionano
Sarà la vicinanza con l’obiettivo Finals, sarà l’aver scampato per un soffio l’eliminazione al secondo turno contro i Nets, ma finalmente abbiamo visto coach Budenholzer apportare adjustments difensivi per limitare gli avversari.
D’altronde, era quasi impossibile fare altrimenti quando, avviandosi verso la fine di Gara 1, Trae Young stava banchettando con la drop coverage di Brook Lopez. La drop coverage permette a centri poco mobili come Lopez di stare a protezione del ferro sui blocchi, concedendo quindi al portatore l’opzione offensiva meno efficiente: il tiro dalla media. Tuttavia questa strategia non può funzionare, o almeno non se eseguita in quel modo, contro un giocatore come Young, che sta segnando i floater con il 52% in questi Playoffs, ed è eccellente nel leggere la situazione e alzare appena possibile qualche lob di facile presa per ottimi rollanti come Capela e Collins.
Per non fare la fine dei Sixers, a fine terzo quarto di Gara 1 Budenholzer ha finalmente deciso di schierare fino alla fine del match la lineup con PJ Tucker da 4 e Giannis Antetokounmpo da 5, per avere la possibilità di cambiare su tutti i blocchi: dopo aver ricucito uno svantaggio di 8 punti per chiudere il terzo parziale, il quarto quarto è finito 28-28, ma i benefici si sono visti.
Al netto dei problemi a rimbalzo, inevitabili quando vai small contro Capela e Collins e decisivi negli ultimissimi possessi di Gara 1, togliere il solito flusso di gioco degli Hawks e lasciargli solo la creation in 1vs1 di Young e Huerter (con Bogdanovic infortunato) si è rivelata una buona scelta per peggiorare la qualità dei loro tiri.
In caso di necessità, potremmo rivedere questa soluzione difensiva da parte dei Bucks, e speriamo anche in futuro.
Perché dico “in caso di necessità”? Perché in Gara 2 i Bucks hanno trovato una soluzione anche per permettere a Brook Lopez di stare in campo.
Giannis e compagni hanno cambiato su tutti i blocchi su quattro ruoli su cinque, escluso Lopez che rimaneva in posizione di drop: c’è modo e modo però di difendere in drop. I Bucks hanno visibilmente alzato la posizione del loro centro, non più relegato a stare immobile sotto il ferro; con Jrue Holiday a lottare contro i blocchi e tutti gli altri molto più vicini in aiuto e allo stesso tempo molto attivi sulle linee di passaggio, Trae e gli Hawks hanno avuto vita difficilissima.
Nel primo tempo di Gara 2, la difesa dei Bucks è così risultata praticamente perfetta, provocando decine di palle perse, una prestazione pessima di Young (15 PTS, 6/16 FG, 9 TO) e un secondo quarto da 43-17 in loro favore. Tutto fin troppo facile.
Ovviamente le difficoltà offensive evidenti degli Hawks in Gara 2 difficilmente si ripresenteranno così nel resto della serie, e Trae troverà il modo di punire anche questa difesa, trovando di più e meglio i tiratori sul perimetro. Ma questa difesa, atta a togliere le prime due soluzioni a Trae, e la possibilità di schierare il quintetto “small”, dovrebbero bastare ai Bucks.
2. Giannis è pericoloso in tutte le situazioni
Non c’è certo bisogno di mostrare e spiegare quanto possa essere pericoloso Giannis Antetokounmpo in situazioni dinamiche, da bloccante e rollante per Holiday e Middleton, e in transizione.
Nella serie contro i Nets, però, il due volte MVP aveva mostrato lacune in possessi in cui era il portatore in una situazione statica e attaccava a testa bassa senza muovere la palla. I vari Griffin, Durant e soprattutto Jeff Green erano stati abili nel tendergli la trappola, prevedere le sue mosse e fermarlo. Giannis era stato duramente criticato per questo.
Lo stesso non si può raccontare, per il momento, in questa serie. Tolto il solito Clint Capela, nessuno tra Collins, Gallinari e Hill ha dimostrato di poter minimamente pensare di limitare il greco, nemmeno quando parte da fermo. Anche l’efficacia degli aiuti, complice anche una squadra meno fisica dei Nets, scarseggia.
Per “tutte le situazioni” si possono intendere anche i tiri liberi, dato che Giannis è 9/12 dalla lunetta in questa serie, andazzo decisamente migliore rispetto alla scorsa.
3. Gli Hawks non hanno una risposta per Jrue Holiday
La squadra di Nate McMillan ha già – prevedibilmente – sofferto Derrick Rose e Seth Curry. Ora il cliente è ancora più scomodo, e le condizioni sono peggiorate.
Con Hunter fuori, Huerter impegnato su Middleton, Reddish appena rientrato, Bogdnanovic visibilmente zoppo e Capela preoccupato di Antetokounmpo, gli Hawks non hanno una vera e propria soluzione efficace per limitare un ottimo attaccante come Jrue Holiday.
Jrue l’ha capito, e nei primi due atti della serie ha sostanzialmente fatto quello che ha voluto: 33 punti e 10 assist con il 56% dal campo nella prima, 22 e 7 con 9/14 nella seconda. E non sembrano esserci margini per limitarlo maggiormente, se non favorendo eccessivamente qualche suo compagno.
I Bucks hanno segnato 113 e 125 punti nelle prime due partite nella serie, e guardando i tanti matchup favorevoli e i tanti aggiustamenti ancora possibili, come per esempio attaccare maggiormente Danilo Gallinari, Bogdan Bogdanovic e Trae Young, non sembrano destinati a segnare di meno nelle prossime.
Al contrario, gli Hawks hanno di fronte una squadra con caratteristiche e strategie migliori per limitare il loro attacco rispetto alle precedenti vittime, e Bogdanovic è a malapena a mezzo servizio.
Insomma, mai dare per sconfitti McMillan, Trae e gli Atlanta Hawks, ma alla vigilia di Gara 3 la sensazione è che la serie la possano solamente perdere i Milwaukee Bucks.