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Questo articolo, scritto da Martenzie Johnson per The Undefeated e tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game, è stato pubblicato in data 26 maggio 2021.
La serie del primo turno di Playoffs tra Milwaukee Bucks e Miami Heat è ricca di spunti interessanti.
In primo luogo, era ed è un test fondamentale per capire se, dopo due anni fallimentari, Milwaukee dirà davvero la sua nella corsa al titolo. Riuscirà questa volta a rimanere solida per tutta la serie contro Miami, che – pur limitata da tanti infortuni durante la stagione – è la squadra che li ha eliminati in sole cinque gare nel 2020?
Tra le tante prospettive su questo matchup, ne approfondisco una in particolare. Quella relativa all’influenza della Nigeria sulle due squadre, davvero alta: sono ben 9 i giocatori di origine nigeriana tra le due potenze dell’Est. La Lega negli anni non ha mai tenuto traccia del numero di giocatori nelle singole partite provenienti da un determinato Paese, ma un portavoce ha affermato che dovrebbe essere la serie di Playoffs con la presenza di nigeriani più significativa di sempre.
Nello specifico, per i Bucks troviamo i due fratelli Antetokounmpo, Giannis e Thanasis, oltre al rookie Jordan Nwora. Per Miami, invece, la lista è più lunga: Precious Achiuwa, Bam Adebayo, Andre Iguodala, KZ Okpala, Victor Oladipo (che però non scenderà in campo) e Gabe Vincent.
Nota a margine: i giocatori africani, oltre ai già citati, non si fermano qui. Nella serie sono infatti presenti anche Mamadi Diakite (Guinea) ed Axel Toupane (Senegal).
“Wow, è incredibile. Questo dice molto sul talento proveniente dall’Africa”.(Giannis Antetokounmpo)
Nel 1984, Hakeem Olajuwon divenne il primo nigeriano – ed africano – ad essere scelto all’NBA Draft, tra l’altro con la prima chiamata assoluta (da Houston). “The Dream” è stato inconsapevolmente l’inizio di un trend che sarebbe andato avanti nel tempo, sempre più frequentemente. Un trend che ha influenzato moltissimi appassionati nigeriani, tra cui altre due prime scelte assolute: Michael Olowokandi nel 1999, DeAndre Ayton (padre nigeriano) nel 2018.
Secondo l’NBA sono più di 100 i giocatori africani ad aver messo piede nella Lega, ben 14 dei quali presenti a roster nell’opening day della stagione in corso. Il progressivo aumento i giocatori nigeriani nella Lega rispecchia il livello di immigrazione dal Paese africano agli Stati Uniti: secondo il Migration Policy Institute, infatti, il numero di immigrati provenienti dalla Nigeria è aumentato del 770% dal 1980 a oggi, senza contare i figli degli uomini in questione nati nel territorio statunitense. Olajuwon arrivò alla University of Houston nel 1981…
La presenza di così tanti nigeriani nella serie tra Bucks e Heat, ed in generale nella NBA, è un effetto dello sforzo, da parte della Lega, di espandersi in Africa: avventura iniziata nell’ormai lontano 2003, quando in Sudafrica nacque il camp “Basketball Without Borders”, ed evolutasi attraverso la costituzione di uffici a Johannesburg e la creazione della NBA Academy Africa in Senegal.
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Ultimo, ma non meno importante, evento è costituito dalla recentissima inaugurazione della BAL, Basketball Africa League, nata grazie ad una collaborazione tra l’NBA e l’International Basketball Federation e la cui stagione è iniziata il 16 maggio.
“A partire da Olajuwon, tanti nigeriani talentuosi hanno lasciato il segno in NBA. Dal 1984, la presenza e l’impatto dei giocatori africani sono cresciuti sempre di più”, ha spiegato Victor Williams, CEO di NBA Africa, a The Undefeated.
“È bello vedere così tanti nigeriani in questa serie. Non solo, sapere che tanti giocatori africani rappresentano la pallacanestro nel loro continente ispirando le future generazioni ci fa sentire molto fortunati”.(Victor Williams)
La generazione influenzata, in realtà, è anche quella attuale, dato che ben 8 giocatori scelti al Draft 2020, infatti, provengono dallo Stato più popoloso d’Africa: Onyeka Okongwu (Atlanta Hawks), Isaac Okoro (Cleveland Cavaliers), Precious Achiuwa (Heat), Udoka Azubuike (Utah Jazz), Zeke Nnaji (Denver Nuggets), Daniel Oturu (Minnesota Timberwolves), Jordan Nwora (Bucks) e Desmond Bane (Boston Celtics). Aevavamo approfondito la questione qui.
Tra l’altro, Achiuwa è amico con il suo attuale compagno di squadra, Andre Iguodala, che chiama il nativo di Port Harcourt “the authentic one of the bunch”, dato che è l’unico ad essere nato in Nigeria. (Iggy, con questo soprannome, si è guadagnato un pacco di cibo tipico nigeriano offerto dal rookie.)
“Credo che tutti noi sentiamo un legame col luogo da cui veniamo”.(Andre Iguodala)
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I due più noti, ovviamente, sono Giannis Antetokounmpo (assieme ai fratelli) e Bam Adebayo, che si sono dati battaglia nella serie del 2020. Il due volte MVP aveva faticato moltissimo contro il numero #13 degli Heat nella bubble, e anche in questa Regular Season la musica non sembrava cambiata (l’effective field goal percentage di Giannis è infatti crollata dal 59.4% al 39.1%, quando Bam lo ha marcato).
Antetokounmpo davanti alla stampa non ha nascosto il suo rispetto per Adebayo:
“Giocare contro Bam è difficile, ma ti stimola. Si impegna molto, dà il massimo per assicurarsi che la squadra vinca. Alla fine, comunque, la bellezza delle sfide sta in questo. Il basket e la vita sono basati su questo: essere davanti a un ostacolo, affrontarlo e superarlo. Bam è davvero un grande giocatore.”(Giannis Antetokounmpo)
Anagraficamente il più anziano tra i nigeriani di questa serie è Iguodala, anche se alla nona scelta del Draft 2004 non piace essere etichettato così. Non ancora:
“Tantissimi hanno origini nigeriane o africane, se ci pensate. Quindi, per il momento, lascio la medaglia del più anziano a Udonis Haslem! Non sono io il più vecchio!”