Con la ferita di Gara 5 ancora molto calda, i Bucks sono con le spalle al muro, e non possono più sbagliare. Cosa sarà necessario per portare la serie a Gara 7?
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I Playoffs, soprattutto recentemente, ci hanno abituato a serie imprevedibili e soggette a clamorosi stravolgimenti. Quella tra Brooklyn Nets e Milwaukee Bucks però sembra volersi candidare al premio di serie più strana e burrascosa degli ultimi anni.
Ricapitolando:
- Le due squadre si presentano con un’assenza per parte: Jeff Green e Donte DiVincenzo
- All’inizio di Gara 1, James Harden è costretto a dare forfait
- Nonostante l’assenza del Barba, i Nets dominano le prime due partite, la serie sembra già decisa
- In un’incredibile Gara 3 a punteggio basso, i Bucks riaprono la serie
- In Gara 4 torna Jeff Green, ma si fa male Kyrie Irving: i Bucks dominano e sembrano destinati a prendere il controllo della serie
- In Gara 5 torna James Harden, pur in condizioni quasi disastrose; i Bucks sembrano normalmente in controllo, ma poi cadono incredibilmente sotto i colpi di Kevin Durant
Ora Giannis & Co. tornano nel Wisconsin, ma il colpo del KO non è nella loro canna. Li aspetta un’elimination game. Come allungare la serie?
Credito ai Nets, perennemente a galla
Prima di tutto, diamo merito ai Brooklyn Nets.
Sembra strano doverlo dire adesso, dopo che sono stati avanti 2-0. Ma riportarsi avanti, dopo le due sconfitte in trasferta e l’infortunio di Kyrie Irving, denota mentalità vincente. Lo va ripetendo da giorni Steve Nash, che dopo una Regular Season in cui Durant ha giocato 35 partite, Harden 36 e Irving 54, i suoi sarebbero stati pronti a giocare contro le avversità, ad adattarsi in qualsiasi situazione. L’hanno fatto nei primi due episodi della serie senza Harden e Green, l’hanno fatto in Gara 5 senza Irving.
Diamo credito a James Harden. A quanto dice lui, si è svegliato e ha pensato “you know what? Let’s go”. Il suo rientro in Gara 5 ha stupito tutti, e infatti non ci è voluto molto per accorgersi che non fosse nemmeno in grado di correre. Nonostante tutto, il suo tabellino molto povero (5 punti, 1/10 dal campo) non dice la verità sul suo impatto offensivo: pur in evidente difficoltà fisica, il Barba ha messo al servizio della squadra la sua gravity, tale da tenere impegnato almeno un difensore, e quel difensore era Jrue Holiday. Questo ha fatto per 46 minuti, oltre che aggiungere qualche guizzo di playmaking.
Diamo credito a Jeff Green, che fin dal ritorno in Gara 4 non ha mostrato alcun rimasuglio dell’infortunio, offrendo lezioni di difesa su Antetokounmpo, e in Gara 5 ha decisamente alzato l’asticella, con 27 punti fondamentali e ben 7 triple su 8 tentativi.
Onore infine – e soprattutto – a Kevin Durant. Dopo due partite complicate, almeno per i suoi standard, a Milwaukee, KD si è caricato sulle spalle un’intera squadra nella pivotal game della serie e della stagione, mettendo in scena una prestazione for the ages, una delle migliori della storia del gioco.
Se a sottolineare la grandezza della sua partita non dovesse bastare il tabellino (49-17-10 e 16/23 dal campo), ci sono anche le parole di coach, compagni e avversari nel post-game:
“Just an historic performance. A signature performance.” – Steve Nash
“That’s routine for him. Big-time players show up in big-time moments.”- Jeff Green
“He’s unfair.”- James Harden
“He’s the best player in the world.”- Giannis Antetokounmpo
Per questi motivi i Nets sono rimasti a galla, e ora sono a una vittoria di distanza dalle Finali di Conference, un ulteriore passo verso l’obiettivo finale.
Bucks, quanti errori
Per ogni prestazione e partita storica, c’è qualcuno che passa dalla parte sbagliata della storia. Non si può però dire che i Bucks non se lo siano meritato, con una complicità che raggiunge, e forse supera, il livello di meriti degli avversari.
Pur non esprimendo, per l’ennesima volta, tutto il potenziale offensivo e difensivo, la squadra di Budenholzer era in totale controllo, con un vantaggio che sfiorava i 20 punti in una Gara 5 che sembrava normale amministrazione. E lo sarebbe dovuta essere, date le circostanze.
Invece, negli ultimi 18 minuti circa di partita, i Bucks hanno sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare, tatticamente e tecnicamente, auto-provocandosi difficoltà che, coronando il tutto con un clutch time da incubo, hanno portato a una sconfitta rovinosa.
Vediamo nello specifico le cause.
- Difesa
- Attacco
- Antetokounmpo alternato a PJ Tucker in single coverage su Kevin Durant.
- Usare il raddoppio o l’hedge su KD se necessario, e farli con i tempi giusti. Scelta estrema per non dare Lopez o Connaughton in pasto all’ex Warriors e OKC. Si potrebbe inoltre usare maggiormente in aiuto l’uomo di Harden, se quest’ultimo si mostra nuovamente in difficoltà anche al tiro.
- Usare maggiormente la lineup con Tucker da 4 e Antetokounmpo da 5, che nei soli 24 possessi totali di utilizzo ai Playoffs ha fatto registrare un +42 di Net Rating.
- Muovere maggiormente la palla in funzione di trovare il momento adatto per attaccare Harden.
Il basket non è un gioco fatto solamente di single coverage, ci mancherebbe, ma è francamente inspiegabile la scelta di non mettere su KD, alla quinta e decisiva partita, il giocatore a roster chiaramente più adatto per questo compito: Giannis Antetokounmpo.
Giannis ha marcato Durant per un totale di 4 minuti, meno ovviamente di PJ Tucker a quota 40, ma meno anche di Jrue Holiday e Khris Middleton, rispettivamente a 6 e 12. In questi pochi minuti, tra l’altro, l’ha tenuto al 37% dal campo.
Per quanto riguarda il mismatch hunting inevitabile da parte dell’ex Warriors, va detto che effettivamente la coperta è corta, soprattutto con l’assenza di DiVincenzo, e uno tra Connaughton, Forbes e ovviamente Brook Lopez (contro cui KD tira con il 73% nella serie) è destinato a finire nella lista dei ricercati di Durant. Le alternative all’accettazione passiva del cambio, comunque, ci sono – come ad esempio il raddoppio e l’hedge, ma vanno eseguite alla perfezione, cosa che i Bucks non hanno fatto.
Nessuno dice che si dovrebbe annullare KD, è impossibile. Ma non regalargli punti, questo sì.
Questa rimane senza dubbio la vera nota dolente della serata dei Bucks.
E’ chiaro fin dall’inizio della serie, e non solo, come l’attacco di Milwaukee muova troppo poco la palla e tenda ad esaltare più i difetti della sua stella rispetto ai suoi pregi. Nel secondo tempo di Gara 5 però si è toccato il fondo: con le percentuali al tiro che calavano e Durant alla ricerca costante del mismatch giusto nell’altra metà campo, i Bucks non si sono accorti di avere di fronte un James Harden quasi immobile.
Con una normale mossa di adattamento, l’idea giusta sarebbe stata muovere la palla per trovare il momento e l’uomo giusto per attaccare il Barba: così non è stato, se non in un paio di azioni.
Nel post-game coach Budenholzer ha dichiarato che “cercare mismatch a volte è buono, altre volte è controproducente”, ma c’è da chiedersi come si sarebbe potuto rivelare controproducente mettere in difficoltà un difensore a malapena in grado di correre lentamente.
Si nota questo soprattutto perchè l’alternativa offerta è stata tutt’altro che esaltante, con offensive stagnanti e un numero spropositato di isolamenti statici. Tutto ciò ha portato alla Caporetto finale.
Come vincere Gara 6
I Bucks hanno sprecato un’enorme occasione e ora sono sull’orlo del baratro, ma non è finita.
Senza pensare al parziale attuale nella serie, al netto delle condizioni mostrate da Harden e della probabile assenza di Irving, Giannis & Co. rimangono i favoriti naturali alla vittoria. Per capitalizzare il vantaggio, però, serve non ripetere gli stessi errori di Gara 5, e probabilmente prendere qualche decisione coraggiosa in più:
Queste sono solo quattro delle tante soluzioni che coach Budenholzer dovrebbe avere sul suo taccuino, per salvare se stesso e le concrete possibilità dei Milwaukee Bucks di aggiudicarsi l’anello.
Insomma, le chances per ribaltare la serie ci sono ancora, ma l’head coach è sempre apparso restio ad apportare alcune modifiche che gli vengono richieste da anni. Anche in questa stessa serie, è raro notare aggiustamenti in corso da parte sua, nonostante siamo ormai arrivati al sesto capitolo.
Lo farà finalmente ora, prima di Gara 6?