Questo articolo, a cura di Gianmarco Galli, è stato realizzato dalla community Brooklyn Nets Italy per Around the Game.
Dopo stagioni di mediocrità e anonimato la free agency 2019 ha messo Brooklyn sulla cartina NBA. E, ad un anno e mezzo di distanza, i Nets sono pronti a vedere insieme sul parquet Kevin Durant e Kyrie Irving.
Quella bianco-nera sarà certamente una delle franchigie più divertenti della lega ma, allo stato attuale, non è una delle prime pretendenti all’anello. Occorre infatti fare una doverosa premessa: il roster di BKN è sia forte che lungo, ma è anche incompleto.
Questa stagione non sarà un win or bust per tantissimi fattori che si proverà a spiegare all’interno di questo articolo, ma partiamo dalle fondamenta.
La costruzione del roster
Ogni squadra che ha a disposizione due stelle dovrebbe cercare di costruire il resto del roster su caratteristiche complementari a quei due giocatori. Discorso diverso per chi ha già un nucleo discreto e va ad aggiungergli tali fenomeni. In questo caso la situazione è più complicata, e bisogna tanto massimizzare il materiale umano e tecnico a disposizione, quanto procedere a delle trade.
Ad oggi, i Nets sono riusciti solo in parte a fare questo.
Se le stelle sono un Durant che torna da un lungo e doloroso infortunio ed Irving, il resto del roster deve comprendere giocatori forti in difesa, al tiro e dei lunghi che possano essere funzionali nel 2020. Guardando il roster dei Nets si vede come solo uno di questi tre fattori sia stato rispettato, quello dei tiratori.
Il nucleo di partenza dei Nets si basava su Spencer Dinwiddie, Caris LeVert, Joe Harris e Jarrett Allen. Due, se non tre, di questi quattro sono di troppo.
Il più ovvio è Jarrett Allen. Big Jay è arrivato al Barclays Center senza particolari pressioni, giocando una rookie season impressionante per l’impatto avuto e lasciando ben sperare in vista del futuro. A distanza di due anni, però, parliamo dello stesso giocatore, sia in attacco che in difesa. L’arrivo di Jordan, come tassa per l’affare KD-Kyrie, ha ridotto ancor di più gli spazi al Frosho. Avere due giocatori sostanzialmente disfunzionali al basket moderno è una tassa troppo costosa per una squadra che vorrebbe puntare al titolo.
Il punto debole più evidente nel gioco di Allen è sicuramente l’incapacità di difendere sul Pick&Roll, dove difende praticamente sempre in Drop Coverage, ovvero indietreggiando sul P&R per poi accorciare sul tiratore.
Nella clip sottostante sono presenti delle azioni di questa Preseason che mostrano proprio le difficoltà di Big Jay. Questo tipo di difesa, tutto sommato applicabile in Regular Season, ha bisogno di difensori che non si schiantino su ogni blocco – cosa che né Irving, né Dinwiddie, né LeVert sono in grado di fare.
Gli altri potenzialmente a rischio trade – e sicuramente almeno uno dei due lascerà BKN – sono Spencer Dinwiddie e Caris LeVert.
Se il primo ha mostrato miglioramenti incoraggianti sotto l’aspetto del ball-handling ed ha un ottimo rapporto con KD, il secondo è il più papabile per uno scambio. Il problema maggiore di ambedue i giocatori è la dimensione off ball, pressoché assente – che, nel caso di Dinwiddie, è aggravata da una discutibile tendenza a giocare hero-ball, danneggiando molto chi gli sta intorno.
Come si vede nella clip sottostante, quando non ha la palla in mano l’ex Pistons e Bulls è abbastanza dannoso (nonostante le buone percentuali in catch&shoot); e quando è lui ad impostare l’azione, non dovrebbe giocare isolamenti (secondo possesso nella clip) ma sfruttare il Pick&Roll, suo vero punto di forza.
Per queste ragioni è probabile che SD lascerà Brooklyn per trovare una realtà più disposta a dargli ciò di cui necessita per essere protagonista. E per far arrivare ai Nets un giocatore più funzionale.
Le stelle
Seppur scontato è doveroso ricordare che il successo, o l’insuccesso, stagionale di questa squadra dipende soprattutto da Kevin Durant e Kyrie Irving, due giocatori dotati di un talento sconfinato.
Se in attacco sarà semplicemente impossibile marcarli, i problemi nasceranno sicuramente in difesa. KD è tornato a giocare dopo oltre 500 giorni; sebbene i messaggi inviati in Preseason siano esaltanti, bisognerà vedere in che modo si evolverà il suo gioco nella propria metà campo.
Per preservarlo al meglio è probabile che molto spesso lo vedremo stazionare al centro dell’area facendo leva sulle sue lunghe braccia (225cm di wingspan) per rendere dura la vita dei penetratori avversari. Ciò nonostante, al rientro ha dimostrato di saper assorbire bene i contatti e ha mostrato qualche scivolamento più che incoraggiante.
Se Atene piange, Sparta non ride: anche Irving in difesa soffrirà non poco. Se per KD i problemi sono legati al rientro dall’infortunio, per Kyrie invece il discorso è ben diverso: non è mai stato un difensore e mai lo sarà, vive di istinti e i Nets cercheranno di nasconderlo il più possibile.
Passando all’attacco, la sostanza cambia dall’oggi al domani:
Entrambi hanno un arsenale sconfinato con cui possono mettere a nudo le difese; e, soprattutto, entrambi garantiscono un’efficienza offensiva a livelli altissimi tanto in Regular Season quanto ai Playoffs. Possono costruire un attacco anche solo giocando degli isolamenti, ma il modo in cui potranno scardinare le difese è sicuramente un Pick&Roll tra loro due.
In questa Preseason si sono viste solo poche giocate tra loro (le migliori sono raccolte nella clip sopra) dato che, per stessa ammissione di coach Steve Nash, con un’offseason così breve è stato impossibile lavorare per costruire un modo di giocare differente. C’è da essere certi, però, che nel corso dell’anno i due si cercheranno sempre di più, fino ad arrivare a giocare con regolarità azioni come quella che si vede nel tweet sottostante.
Cosa Manca?
Come scritto all’inizio di questo articolo, questo roster è tanto forte quanto incompleto. Se si vincesse sommando il talento di ogni giocatore, probabilmente i Nets sarebbero nei primi due posti della lega; ma, come Popovich insegna, “gli attacchi vincono le partite, le difese i campionati”.
Vedendo il roster di Brooklyn la prima domanda che passa nella testa di ciascuno è: “chi difende?”.
Se abbiamo già parlato dei problemi dei due centri e di quelli di Irving e Durant, bisogna aggiungere anche le difficoltà di Dinwiddie e LeVert, noti per schiantarsi sui blocchi avversari. Tra quelli già presenti in rosa solo Taurean Prince (che deve dimostrare di valere il rinnovo da 13 milioni avuto lo scorso anno) è un difensore vero e proprio, soprattutto in aiuto. Joe Harris sta crescendo sempre più come difensore (nel tweet sottostante ci sono una serie di cose buone che ha fatto contro i Celtics nella gara di Preseason), ma può avere un impatto difensivo al massimo leggermente positivo ai Playoffs.
Tra i volti nuovi sono arrivati un difensore di tutto rispetto come Bruce Brown, uno tendente al positivo come Jeff Green e uno nella media, per lo meno nelle letture, come Landry Shamet. I primi due saranno importantissimi nell’economia della stagione dei Nets e non ci sarebbe da essere stupiti se almeno uno di loro dovesse far parte della closing lineup di BKN ai Playoffs.
Mancano, però, ancora un paio di difensori di alto livello: uno che possa switchare su quasi tutti e un lungo che possa portare soluzioni difensive e offensive diverse da Allen e Jordan. Se vi sono venuti in mente Danuel House e PJ Tucker è perché rappresentano la trade più realistica e conveniente possibile (per ambedue le parti): il duo di Houston sbarcherebbe a Brooklyn, mentre Dinwiddie ed Allen farebbero il percorso inverso.
Tra il dire e il fare, comunque, c’è di mezzo il mondo del FantaNBA. Non resta altro che aspettare e vedere cosà faranno Sean Marks e il suo staff per creare un roster il più efficiente possibile.
Aspettative
Giunti alla fine di questo viaggio nell’imprevedibile mondo dei Nets, è ora il momento di porsi la domanda più difficile: dove può arrivare questa squadra?
Ad oggi, a bocce ferme, senza trade, i Nets sono una squadra che nel miglior scenario possibile potrebbe arrivare alle Finali di Conference, nel peggiore al secondo turno, a meno di accoppiamenti particolarmente scomodi al primo o di infortuni imprevedibili.
Il roster non è allo stesso livello delle altre contender, per i motivi sopra illustrati, anche se potrebbe diventarlo attraverso qualche scambio. Non va sottovalutato, comunque, il fatto che “the big deal” per Brooklyn sono le Finals del 2022 – quando, dopo un anno di apprendistato ai piani alti, tutti dovranno fare quel passo in avanti.
Nel frattempo non resta che aspettare e godersi la squadra più divertente e particolare di tutta la NBA.